Il congelamento degli ovuli, tecnicamente Crioconservazione degli ovociti, ( in inglese nota anche come “Oocyte cryopreservation” oppure “Egg Freezing”), è una delle frontiere più avanzate della medicina della riproduzione. Può essere effettuata al Sismer del gruppo Nefrocenter. La prima gravidanza fu ottenuta nel 1986 in Australia ma poi la tecnica venne quasi abbandonata perché ritenuta poco affidabile e difficilmente riproducibile. Dopo circa un decennio, la tecnica divenne finalmente efficiente e ripetibile in seguito all’ introduzione della ICSI per inseminare gli ovociti scongelati da parte deiia Scuola Bolognese che ottenne rapidamente la prima nascita nel 1997 e diverse gravidanze successive. Da allora La crioconservazione degli ovociti consente di preservare la fertilità femminile attraverso la crioconservazione degli ovociti maturi in laboratorio, così da poterne usufruire in un momento successivo, per motivi personali o medici. Una tecnica che registra la presenza del Sismer del gruppo Nefrocenter tra i centri di Eccellenza di tutta Italia.
Quando e perché si ricorre al congelamento degli ovuli o crioconservazione degli ovociti
Il ricorso alla crioconservazione rappresenta la risposta concreta alla necessità di “ immagazzinare al freddo” i gameti femminili, ovvero gli ovuli, e mantenerli inalterati nel tempo anche per periodi molto lunghi quando la gravidanza non può essere affrontata immediatamente, posticipando la maternità, pur mantenendo la possibilità biologica di diventare madri in futuro.
La tecnica si rivolge a tre categorie principali di pazienti:
- Donne con patologie oncologiche che devono affrontare terapie potenzialmente dannose per la fertilità (chemioterapia, radioterapia);
- Donne con vari tipi di patologie non neoplastiche che comunque possono danneggiare le ovaia e la loro riserva di ovuli
- Donne sane che decidono di rinviare la gravidanza per motivi personali, mantenendo però la qualità ovocitaria legata all’età biologica del momento del prelievo.
Fasi del trattamento
La crioconservazione degli ovociti si articola in più fasi, che includono la valutazione preliminare da parte di uno specialista, la stimolazione ovarica, il prelievo degli ovociti, la vitrificazione e infine, in caso di utilizzo, lo scongelamento e la fecondazione in vitro.
- Visita preliminare e consulenze multidisciplinari Presso il Sismer è possibile effettuare una consulenza con uno specialista per valutare l’opportunità di congelamento degli ovuli. L’obiettivo della struttura del gruppo Nefrocenter è la preservazione della fertilità per donne con varie patologie, fattori genetici predisponenti o che desiderano congelare gli ovociti per motivi personali. Per tale motivo nella valutazione, in particolar modo in presenza di patologie o problematiche di salute, è coinvolto un team multidisciplinare nella valutazione del caso. Al fine di valutare la fattibilità della procedura, vengono programmati esami del sangue, ECG, valutazione anestesiologica e colloqui informativi.
- Stimolazione ovarica La paziente inizia un ciclo di stimolazione ormonale con gonadotropine per circa 10-14 giorni. Durante il ciclo, l’attività follicolare viene monitorata attraverso ecografie transvaginali e dosaggi ormonali. Una volta raggiunta la maturazione dei follicoli (17-18 mm), si procede all’induzione dell’ovulazione.
- Prelievo ovocitario Il prelievo degli ovociti avviene mediante un intervento mini-invasivo per via transvaginale, in sedazione profonda, in regime di day surgery. Gli ovociti maturi vengono identificati in laboratorio.
- Vitrificazione Gli ovociti vengono sottoposti a vitrificazione: una tecnica di congelamento ultrarapida a -196°C in azoto liquido che previene la formazione di cristalli di ghiaccio, principale causa di danneggiamento cellulare. Gli ovociti possono essere conservati per anni.
- Scongelamento e fecondazione Nel momento in cui la paziente deciderà di intraprendere un percorso di gravidanza, gli ovociti verranno scongelati e fecondati con il seme del partner mediante tecnica ICSI (Iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo). Seguirà il trasferimento embrionario.
Fattori che influenzano il successo della procedura
La riuscita della crioconservazione degli ovociti dipende fortemente da svariati fattori. Determinante è l’età della donna al momento del prelievo: le migliori probabilità di successo si hanno sotto i 35 anni. Oltre questa soglia, la qualità ovocitaria cala rapidamente. Influente anche il numero di ovociti maturi vitrificati: gli studi indicano che per avere una buona prognosi riproduttiva servono almeno 8-15 ovociti maturi. Inoltre, attraverso esami ormonali, viene valutata la riserva ovarica individuale ed effettuata la conta dei follicoli antrali. Altre condizioni essenziali sono la qualità del liquido seminale del partner e le condizioni uterine nel momento della fecondazione e impianto. Le probabilità di ottenere una gravidanza variano tra il 30% e il 60%, con i tassi di successo più alti per le pazienti più giovani.
Rischi della procedura del congelamento degli ovuli
La crioconservazione degli ovociti è generalmente poco invasiva, ma comporta alcuni rischi potenziali come:
- Sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS);
- Reazioni anestesiologiche;
- Complicanze minori (dolore pelvico, spotting post-intervento).
Tutti i rischi vengono illustrati alla paziente nel corso del percorso di counseling pre-trattamento.
Questa procedura consente di dissociare biologicamente l’età anagrafica della donna dalla capacità riproduttiva dei propri ovuli, restituendole libertà di scelta e consapevolezza. Resta il fatto da non trascurare che avere ovociti biologicamente bloccati nel tempo non significa che si possano utilizzare per spostare troppo in avanti la gravidanza, oltre i limiti di sicurezza per la salute della donna, potenzialmente messa a rischio da maternità in età avanzata.
con la consulenza scientifica della Prof.ssa Eleonora Porcu
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