Il potenziale delle cellule staminali nella gestione del dolore è ormai riconosciuto a livello mondiale poiché il dolore cronico è una delle condizioni cliniche più diffuse e debilitanti al mondo. Il gruppo Nefrocenter adotta questo metodo innovativo nella cura della Terapia del Dolore presso le sue strutture. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpisce circa il 20% della popolazione adulta e si associa frequentemente a depressione, ansia, perdita della qualità della vita e una riduzione significativa della produttività lavorativa. Le terapie farmacologiche convenzionali – come gli analgesici, gli antinfiammatori non steroidei (FANS) e gli oppioidi – spesso non offrono un sollievo duraturo e possono essere gravate da effetti collaterali, talvolta gravi. Le cellule staminali rappresentano una promettente alternativa terapeutica, grazie alla loro capacità di rigenerare tessuti, modulare l’infiammazione e favorire processi riparativi nei tessuti danneggiati.
Cosa sono le cellule staminali
Le cellule staminali sono cellule “non specializzate” dotate della capacità di replicarsi (autorinnovarsi) e di differenziarsi in diversi tipi cellulari (osteoblasti, condrociti, neuroni, ecc.). Esistono diversi tipi di cellule staminali, ma in ambito clinico, per la gestione del dolore, si utilizzano soprattutto:
- Le cellule staminali mesenchimali (MSCs): isolate da midollo osseo, tessuto adiposo, cordone ombelicale o polpa dentale. Le MSCs, in particolare, sono tra le più studiate per l’uso clinico grazie alla loro plasticità, facile accessibilità e capacità immunomodulatrice.
- Le cellule staminali ematopoietiche: coinvolte nella rigenerazione del sangue e del sistema immunitario.
- Le cellule staminali neurali: ancora oggetto di ricerca, con particolare interesse nel trattamento del dolore neuropatico.
Come agiscono le cellule staminali nella Terapia del Dolore
L’azione delle cellule staminali non è esclusivamente rigenerativa. Negli ultimi anni si è compreso che esse esercitano una potente azione paracrina, ovvero rilasciano una serie di molecole bioattive (citochine, fattori di crescita, microvescicole) capaci di:
- Ridurre l’infiammazione cronica
- Inibire la sensibilizzazione del sistema nervoso periferico e centrale
- Promuovere la riparazione dei tessuti danneggiati (cartilagine, muscolo, osso, nervi)
- Ridurre la fibrosi
Questi meccanismi d’azione risultano particolarmente utili in diverse patologie dolorose croniche, come osteoartrosi (artrosi), lombalgia cronica, dolore neuropatico (da diabete, herpes zoster, sclerosi multipla), dolori muscolo-scheletrici post-traumatici o post-chirurgici e fibromialgia (in fase sperimentale).
Applicazioni cliniche
1. Osteoartrosi
Una delle aree più promettenti è l’uso delle cellule staminali mesenchimali nell’artrosi, soprattutto del ginocchio. Diversi studi clinici randomizzati hanno mostrato che l’iniezione intra-articolare di MSCs autologhe (cioè derivate dallo stesso paziente, in genere da midollo osseo o tessuto adiposo) riduce significativamente il dolore e migliora la funzionalità articolare. Uno studio pubblicato già nel 2019 ha confrontato i risultati di pazienti con gonartrosi trattati con MSCs rispetto a un gruppo trattato con acido ialuronico: il gruppo con cellule staminali ha mostrato un miglioramento più duraturo del dolore e una rigenerazione parziale della cartilagine visibile in risonanza magnetica.
2. Lombalgia cronica
Un’altra applicazione interessante riguarda la lombalgia da degenerazione del disco intervertebrale. Qui, le MSCs possono essere iniettate direttamente nel disco danneggiato, dove contribuiscono a ridurre l’infiammazione locale e a rallentare il processo degenerativo. Uno studio del 2017 ha evidenziato che pazienti con dolore lombare cronico refrattario a trattamenti convenzionali, trattati con MSCs da midollo osseo, hanno riportato una significativa riduzione del dolore già dopo 3 mesi, mantenuta fino a 12 mesi.
3. Dolore neuropatico
Il dolore neuropatico è causato da un danno al sistema nervoso e spesso è resistente ai farmaci tradizionali. In modelli animali, le MSCs hanno mostrato di modulare la risposta neuroinfiammatoria, ripristinando l’equilibrio tra citochine pro-infiammatorie e anti-infiammatorie. In sperimentazioni su piccoli gruppi di pazienti con neuropatia diabetica o lesioni del plesso brachiale, le iniezioni locali o sistemiche di MSCs hanno mostrato una riduzione significativa del dolore e un miglioramento della sensibilità.
Vantaggi dell’approccio con cellule staminali
I vantaggi principali dell’approccio con cellule staminali sono l’approccio rigenerativo, non solo sintomatico. Inoltre riguardano l’azione multi-target: antinfiammatoria, riparativa e neuroprotettiva. Hanno un ridotto rischio di rigetto (soprattutto con cellule autologhe) e minimi effetti collaterali documentati nelle applicazioni attuali.
Il futuro della medicina rigenerativa nel dolore
L’interesse per l’utilizzo delle cellule staminali nella gestione del dolore è in continua crescita. I ricercatori stanno esplorando nuove fonti cellulari (come le cellule della placenta o del liquido amniotico), nuove vie di somministrazione (endovenosa, intratecale) e l’associazione con biomateriali e scaffold tridimensionali per migliorare la sopravvivenza e l’efficacia delle cellule trapiantate. In parallelo, si sta affermando il concetto di “medicina personalizzata”, in cui le caratteristiche genetiche del paziente e il microambiente locale guidano la scelta del tipo di cellule, della dose e del protocollo terapeutico. Le cellule staminali rappresentano, quindi, una nuova e promettente frontiera nella gestione del dolore cronico.