La BPCO, come curare la broncopneumopatia cronica ostruttiva

BPCO
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La BPCO, o broncopneumopatia cronica ostruttiva, è una patologia polmonare cronica caratterizzata da ostruzione delle vie aeree. Questa condizione può progressivamente peggiorare nel tempo e spesso è associata all’esposizione a particolari irritanti polmonari tra cui gas e particelle nocive, come il fumo di tabacco. È una condizione a lungo termine e non completamente reversibile. Comprende bronchite cronica, enfisema polmonare e asma bronchiale cronica. 

Le cause della BPCO

La causa principale della BPCO è l’esposizione prolungata a irritanti polmonari, di solito il fumo di tabacco. Altre cause possono includere l’esposizione a sostanze chimiche nocive sul luogo di lavoro, inquinamento atmosferico e una storia di infezioni polmonari ricorrenti. I pazienti più colpiti sono quelli che negli ultimi 20 anni hanno fumato almeno un pacchetto di sigarette al giorno. 

Il fumo grande nemico

La causa della BPCO, nell’80% dei casi, è il fumo di sigaretta. Nei pazienti che smettono di fumare tabacco si allunga l’aspettativa di vita dopo la diagnosi. Per fumatori si intendono anche i bambini che assumono fumo passivo e che potrebbero avere problemi. La strategia per aiutare il paziente a smettere di fumare si articola in 5 punti. Ask (chiedere se fuma). Advise (Raccomandare di smettere). Assess (Identificare il fumatore intenzionato a smettere). Assist (Aiutare il paziente a non fumare più). Arrange (Pianificare il follow up per il controllo). Al fumatore può anche essere proposta una terapia farmacologica come il bupropione a rilascio prolungato e la vareniclina.

I sintomi

  • Dispnea: Difficoltà respiratoria, soprattutto durante l’esercizio fisico.
  • Tosse cronica: Tosse persistente, spesso accompagnata da produzione di catarro. La tosse si manifesta in particolar modo al mattino. L’espettorato, a seconda della gravità della malattia, ha un incremento della purulenza (formazione di pus) e del volume, oltre a una variazione del colore. L’esame per la valutazione dell’espettorato può essere effettuato nei NefrocenterLab o al Rome American Hospital del gruppo Nefrocenter.
  • Sibili: Rumori acuti o fischi durante la respirazione.
  • Fatica: Affaticamento generale e ridotta capacità di svolgere attività fisiche. 

Esistono anche delle comorbidità della malattia. Una di queste è l’apnea notturna che si manifesta anche in pazienti che non risultano obesi. Durante la fase REM del sonno possono manifestarsi ipercapnia e ipossiemia. Inoltre, il paziente potrebbe avere anche una diminuzione del peso. Ciò perché l’infiammazione cronica dei polmoni causa un dispendio di energie per il corpo. I sintomi si manifestano intorno ai 50 anni. 

I sintomi di maggiore gravità della BPCO indicati nelle linee guida del Ministero della Salute

I segnali di maggiore gravità della malattia sono

  • la dispnea a riposo; 
  • una frequenza respiratoria >25 al minuto;
  • una frequenza cardiaca >110 al minuto; 
  • l’uso dei muscoli respiratori accessori; 
  • i movimenti paradossi della gabbia toracica; 
  • il peggioramento o l’insorgenza di cianosi centrale
  • lo sviluppo di edemi periferici; 
  • l’instabilità emodinamica; 
  • i segni dello scompenso cardiaco destro; 
  • l’alterazione dello stato di vigilanza. 

Le indagini diagnostiche principali, in questi casi, sono l’emogasanalisi (EGA) nelle forme clinicamente gravi e la radiografia del torace nelle due proiezioni, per individuare i possibili fattori infettivi scatenanti.

Diagnosi

La diagnosi di BPCO è basata su sintomi, anamnesi medica e test di funzionalità polmonare. I test spirometrici sono comunemente utilizzati per valutare l’ostruzione delle vie aeree. Importante è, però, la radiografia al torace perché individua con certezza la patologia e la sua evoluzione nel tempo. Tra la valutazione della condizione c’è la misurazione della saturazione. In un paziente affetto da broncopneumopatia cronica ostruttiva la saturazione ideale va dall’88% al 92% di ossigeno. Il livello di SpO2, ovvero di ossigeno nel sangue, non deve superare il 98% in quanto c’è il rischio che il paziente possa andare in ipercapnia. Questa è causata da una cattiva ventilazione alveolare che causa una presenza eccessiva di anidride carbonica. La positività del test di reversibilità del salbutamolo (sostanza inalata come broncodilatatore) differenzia i pazienti affetti da asma bronchiale con quelli che hanno bronchite cronica ed enfisema. 

Stadi della BPCO

La malattia è solitamente classificata in stadi in base alla gravità della malattia. Questi stadi aiutano a guidare l’approccio al trattamento e valutare la progressione della condizione.

  • Stadio 1. Lieve, anche i sintomi sono lievi.
  • Stadio 2. Moderata. La tosse è maggiore, così come anche la produzione di muco ed espettorato. 
  • Stadio 3.  Grave. La vita del paziente è condizionata, alla tosse e al catarro persistente si associano anche fiato corto e dispnea.
  • Stadio 4. Molto grave. La respirazione è difficoltosa anche durante il riposo. L’ossigenazione del sangue è bassa e bisogna ricorrere all’ossigenoterapia. La soluzione però risulta temporanea, in quanto le crisi sono frequenti e sempre più gravi. Possono verificarsi anche tachipnea, tachicardia, uso di muscoli accessori della respirazione, cianosi e movimento scoordinato della gabbia toracica o movimento paradosso della parete addominale durante l’inspirazione. 

Molti altri fattori clinici e funzionali contribuiscono a definire il livello di gravità della BPCO, tra questi

  • Grado della dispnea (classificabile secondo la scala MRC); 
  • Insufflazione polmonare (misurabile alla spirometria); 
  • Il grado di compromissione degli scambi gassosi a riposo e sotto sforzo (misurabile con l’emogasanalisi e/o la saturazione di O2 a riposo e sotto sforzo); 
  • L’entità della limitazione all’esercizio fisico (valutabile con semplici test come il test del cammino in 6 minuti); 
  • Lo stato nutrizionale (espresso in particolare dal BMI).

Trattamenti per la BPCO

Cessazione del fumo: La sospensione del fumo di tabacco è essenziale per rallentare la progressione della BPCO.

Farmaci broncodilatatori: Utilizzati per aprire le vie aeree e migliorare il flusso d’aria. Negli stadi 1,2, 3 possono bastare quelli a breve durata. Negli stadi 2, 3 e 4 il paziente necessita di broncodilatatori a lunga durata d’azione e riabilitazione. Per gli stadi 3 e 4 servono glucocorticoidi inalatori. Allo stadio 4 il paziente va trattato con ossigenoterapia.

Terapia antinfiammatoria: Alcuni pazienti possono beneficiare di corticosteroidi per ridurre l’infiammazione.

Rehabilitation: La riabilitazione respiratoria può migliorare la funzione polmonare e la qualità della vita. Infatti il PRR (Piano Riabilitazione Respiratoria) riduce sintomi come dispnea, tolleranza allo sforzo e qualità della vita. Non ci sono limitazioni alla partecipazione del paziente, se non la sua volontà di non eliminare il fumo di sigaretta e partecipare agli esercizi.

Ossigenoterapia: In casi gravi, l’ossigenoterapia può essere necessaria per migliorare l’ossigenazione del sangue.

Prevenzione

La principale misura preventiva è evitare l’esposizione ai fattori di rischio, in  articolare il fumo di tabacco. La vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica può essere consigliata per ridurre il rischio di infezioni respiratorie. La gestione della BPCO è multidisciplinare e richiede un approccio personalizzato. Consultare un medico è essenziale per una diagnosi accurata e un piano di trattamento adeguato. La BPCO è una condizione cronica, ma con le giuste strategie, è possibile migliorare la qualità della vita dei pazienti. Ad esempio, l’attività fisica, anche in presenza di fiato corto, non va eliminata. Il peggioramento della condizione fisica, infatti, può essere associato anche all’aggravamento della patologia.

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