Nomofobia, la dipendenza dal telefono

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La nomofobia è in sostanza la dipendenza dal telefono. Si tratta di una condizione psicologica caratterizzata dalla paura o ansia intensa di essere separati o di non avere accesso al proprio telefono cellulare. Non solo, può riguardare anche altre tecnologie digitali, come la tv, il pc o il tablet. 

I sintomi della nomofobia

I sintomi comuni della nomofobia sono diversi. Includono ansia, irritabilità, agitazione, panico, dipendenza dal telefono e difficoltà di concentrazione. Portano anche a un eccessivo controllo sul proprio dispositivo e a un eccessivo utilizzo del telefono cellulare. L’attenzione di chi ne è affetto, insomma, è totalmente concentrata sul telefono e si fa fatica ad ambientarsi in altri contesti. Anche i rapporti umani ne risentono per l’ansia che ne deriva dal fatto che si ha bisogno di controllare continuamente il telefono, anche senza motivo. 

I sintomi comuni alla dipendenza dai social network

Ci sono alcuni sintomi comuni tra la nomofobia e la dipendenza dai social network. Ciò deriva dal fatto che la maggior parte delle persone che utilizzano i social lo fanno in versione mobile, ovvero dal proprio smartphone.

I sintomi comuni della dipendenza dai social network

  • Passare molto tempo sui social media. Tempo sottratto altre attività importanti.
  • Sentirsi ansiosi o irritabili. Ansia o nervosismo manifestato quando non si può accedere ai social media.
  • Difficoltà a controllare l’uso dei social media. C’è chi si sforza di ridurre l’uso dei social, ma nonostante gli sforzi non riesce, pur comprendendo che va oltre il tempo normale consentito.
  • Ignorare gli impegni personali o professionali. Persone affette da dipendenza da social ignorano ed evitano impegni nella vita reale a causa dell’uso compulsivo dei social media.
  • Dipendenza emotiva dai “mi piace”. Commenti o condivisioni sui social media fanno sentirsi validati verso la società.

L’impatto nella vita reale

La nomofobia ha un impatto notevole sulla vita quotidiana e sul benessere complessivo di una persona. Se la paura di essere senza il telefono interferisce con le relazioni, il lavoro, lo studio o altre attività importanti, potrebbe essere utile cercare aiuto. Ritrovarsi in strada senza telefono, o anche con il dispositivo scarico, può generare degli stati d’ansia preoccupanti.

Le terapie per la nomofobia

È possibile rivolgersi a uno psicologo, uno psicoterapeuta o un professionista della salute mentale specializzato in disturbi correlati alla dipendenza da tecnologia per ricevere supporto e terapia. Le terapie comunemente utilizzate per trattare la nomofobia includono la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), l’educazione sulla gestione dello stress, la terapia di esposizione graduale e la terapia di gruppo. È importante anche adottare strategie di autogestione, come impostare limiti di tempo per l’uso dei social media, creare attività alternative e impegnarsi in attività offline che favoriscano il benessere.

Le origini della nomofobia

Il termine “nomofobia” è una combinazione di due parole: “nomo” che deriva dal greco antico e significa “legge” o “norma”, e “fobia” che significa “paura irrazionale”. La nomofobia è stata coniata per la prima volta nel 2008 da un sondaggio condotto nel Regno Unito, che ha rilevato l’ansia e la paura delle persone di rimanere senza il proprio telefono cellulare. Il termine è stato utilizzato per descrivere l’ansia e la dipendenza dai dispositivi mobili, in particolare dai telefoni cellulari. La nomofobia riflette il crescente ruolo che la tecnologia e i dispositivi mobili hanno assunto nella nostra vita quotidiana, creando una dipendenza e un’ansia associata alla loro mancanza o incapacità di utilizzarli. L’importa è rivolgersi a medici specialisti o a strutture in grado di poter affrontare la problematica e accompagnare il paziente in un percorso di recupero.

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